Luca Pezzotto e il suo Libertare

2011- Conosco Luca quest’estate tramite l’amico Roberto Raschiotto, che mi chiede se posso presentare il suo libro, Il mio Libertare e la sua mostra a S. Lorenzo di Arzene, il 3 agosto: beh, sono iniziate un’amicizia e una collaborazione che ci ha portati poi a Grizzo, Azzano X e qui a gennaio a Pordenone. Luca è un giovane speciale nella sua forza: malato dai 25 anni  di sclerosi multipla, riesce a vivere ogni giorno con gioia e determinazione, ben accompagnato da sua moglie Isa. La sua pittura, non scindibile dal suo credo,  è istintiva e parla di lui in modo immediato!

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Ecco la prima presentazione:
Luca Pezzotto, di Azzano Decimo, presenta qui due sue produzioni: quella pittorica e il  libro intitolato “il mio Libertare”. Quest’ultimo è piccolo, 62 pagine tra scritti e riproduzioni dei suoi quadri, alcuni dei quali qui esposti, ma importante. Esso spiega e racconta Luca nella sua vita attuale e contiene una vera e propria lezione di vita. Se vogliamo è una lettura facile, perché scritta con un linguaggio colloquiale, con uno stile diretto, ma allo stesso tempo impegnativa per le nostre emozioni e soprattutto mette in moto più di una  riflessione sulla qualità della vita.
Credo che il contenuto del libro sia una successione sorprendente di espressioni di un io che ha trovato ben presto le vere  ragioni dell’esistenza.
Veniamo alla pittura di Luca Pezzotto: la mostra è strutturata in una sorta di percorso stabilito. Inizia da una situazione di confusione disperata, scaturita alla notizia della malattia,  sclerosi multipla, passa per l’accettazione della realtà ed approda alla certezza della gioia, una gioia di vivere che si fa strada, pulsa, si impone sulla sofferenza.
La pittura di Luca è drammatica, non nel senso più comune del termine, cioè dolorosa ma nell’etimo greco antico, drama = azione. Certo non è indenne dalla sofferenza, che è segnalata dai bagliori rossi, che indicano secondo una simbologia istintiva ma anche storica la rottura, il sangue, il dolore e per contro però sono anche passione, amore.
Parlo di dramma perché quella di Pezzotto è una pittura di gesto, di movimento. La materia, malta e acrilico è stesa a colpi di spatola, rigata, graffiata, colpita da punte. Volutamente  fa spessore, si increspa, esce dalla superficie della tela, va verso chi guarda, e la luce sfiorando le pieghe accentua il movimento. Il colore è denso, saturo, va per accostamenti di caldi (dal giallo fino al rosso) colori delle emozioni forti  ai freddi (verdi e blu) colori della natura e del cielo, creando contrasti armonici che esprimono una grande vitalità, e anche gioia.
Questo è il messaggio da raccogliere: la vita va vissuta pienamente e non in modo passivo, va presa nel suo fluire cogliendone il positivo. Termino raccontandovi un episodio se vogliamo banale ma secondo me esemplificativo: qualche giorno fa ho parlato con Luca delle cornici dei suoi quadri criticandone la pesantezza, Lui mi risponde: “ Ho affidato i miei quadri al corniciaio chiedendogli delle cornici che esaltino il dipinto.” Gli rispondo: sono troppo appariscenti, troppo grosse, insomma si vede la cornice più che il quadro.
Lui, un po’ deluso,  a sua volta aggiunge: “ e non sai quanto sono costate…”
Non ci siamo accorti che parlando di cornici in fondo discutevamo di valori, quei valori che Luca ben conosce quando nel suo libro parla della malattia invalidante che toglie le forze e rende una persona non più valida per il modo odierno perché non efficiente fisicamente…
Spesso noi ci fermiamo alla cornice e perdiamo di vista quello che dobbiamo guardare e che vale veramente, il quadro. non facciamolo!