IL MONOTIPO
“Il monotipo è il pensare il proprio dipingere, dedicarlo al foglio cui apparterrà dopo la pressione, perdendo una prima fase del lavoro per ottenere l’originale.”
Tratto da Il monotipo. Storia di un’arte pittorica di Carla Esposito Hayter.
Il monotipo (dal greco monos = uno typos = immagine) è una forma di stampa ibrida, che mescola pittura e calco e che può dar luogo ad uno o due esemplari, dei quali il secondo dalle tinte più tenui del primo. La difficoltà sta sia nella preparazione del supporto che può essere di vari materiali, sia nella composizione e nella previsione del risultato, una volta che carta e supporto sono passati al torchio.
E’ una tecnica che comporta quindi una buona progettualità e soprattutto una conoscenza approfondita degli effetti che i materiali usati, siano essi carta, nailon, filo, spago, terra danno una volta mescolati ai colori e sottoposti alla pressione del torchio.
Si producono molti monotipi ma anche se ne scartano la maggior parte, perché la casualità ha molto margine.
Molti sono i grandi maestri che hanno trovato nel monotipo un modo del pensiero e del fare: tra questi citiamo Degas, Matisse, Gauguin, Klee, De Kooning, Toulose-Lautrec, Casorati, Ricasso, Chagall e altri. Nel Triveneto va segnalato il lavoro del maestro portogruarese Mario Pauletto che ha sviluppato e sperimentato in molteplici direzioni questa tecnica con altissimi risultati.
Quelli che seguono sono piccoli esperimenti del2009 formato 15×12 o giù di lì, su supporto di linoleum.