Omaggio a Giotto – S.Francesco parla agli uccelli
acrilico e carta acquarellata, cm. 100×80
S. Francesco parla agli uccelli è un’opera che mi è costata una certa fatica e che ho prodotto ed esposto in occasione della V Rassegna di Arte Sacra della galleria d’arte Don Luigi Sturzo di Mestre tenutasi a dicembre 2011, alla quale sono stata invitata dai cari amici Pietro Barbieri e Giulio Gasparotti. La rassegna, per la prima volta declinata al femminile, ha avuto un buon successo. I lavori delle 24 artiste partecipanti sono stati esposti dal 10 dicembre al 22.
La progettazione e i pensamenti hanno richiesto parecchio tempo, anche perchè è da un po’ che ragiono sulla possibilità di realizzare una Via Crucis, e mi sono chiesta se l’arte sacra possa essere astratta o informale o debba preferibilmente portare con sé un messaggio figurativo. Per quanto sia contraria alla venerazione di immagini, perchè la preghiera non ha bisogno di riferimenti visivi, mi rendo conto però che una pala d’altare o un’immagine collocata in un luogo sacro, debba essere immediatamente percepita dal fedele e non debba essere corredata da titoli esplicativi. E’ in quest’ottica che ho pensato il mio Francesco.
Perchè questa figura?
Credo che il messaggio che la vita del santo di Assisi manda sia fortemente attuale nel suo richiamo alla semplicità e all’essenza delle cose, nel suo amore per l’uomo, qualsiasi uomo, e per la natura e le sue creature – oggi direi che siamo molto lontani da questi valori, pur predicandoli parecchio e purtroppo non solo noi adulti (mi trovo infatti giornalmente a discutere con i miei studenti dell’apparire e dell’essere: nonostante siano essi dodicenni e tredicenni hanno ben chiaro come va il mondo oggi e fanno progetti di successo, dove c’è molto spazio per l’apparenza e poco per la fiducia nell’uomo).
S. Francesco è santo e uomo, anche Cristo è stato uomo, ma è anche figlio di Dio, lo vedo meno raggiungibile dell’Assisiate.
Un altro perchè della mia scelta è nell’incontro con una comunità di ispirazione francescana, la Fraternità di Betania di S.Quirino nei pressi di Pordenone. Lì mi sono esibita con il quintetto e in quell’occasione mi ha colpito profondamente la gioia e la serenità emanate da ciascuno dei fratelli e delle sorelle, la gran parte giovani. Vestono color del cielo e hnno una carica di gioiosa vitalità e di fiducia negli altri e nella Provvidenza sorprendente.
Così è nato Il mio quadro, ispirandosi a un artista che ho nel cuore che è Giotto, ad un luogo altrettanto forte che è la Basilica di Assisi e nei colori a Betania.
A differenza del Francesco giottesco, chino sugli uccelli raccolti intorno a lui e posati sui rami di un albero, il mio, pur benedicente, è attorniato da un volo di creature, a cerchio, in trasparenze che alludono ad altri arrivi, a testimonianza della gioiosità generata dall’incontro e dalla luce che viene dalla fede.
Ora il quadro è conservato a Betania di S.Quirino.
Qui di seguito la scrittura critica di Giulio Gasparotti, dal catalogo della mostra di dicembre:
Tante piccole tessere, variamente sagomate e colorate, connesse a formare l’immagine di S.Francesco, che parla agli uccelli. Simboli, analogie, metafore e allegorie si compenetrano nell’aspetto referenziale della composizione e restituiscono al presente l’azione mnesica che ne ricostruisce la continuità, trattenendone la memoria. Il quadro consente di capire il significato dell’accadimento, per la grazia, la fluidità e la fine bellezza delle figure nel loro insieme, per il modo dettagliato in cui esse e il loro sfondo sono strutturate. Sia per i colori, sia per il ritmo, sia per il modo idealizzato e fantasioso corrispondenti al mito e al perdurare dell’idea.
Nell’iconografia, modificata dal collage, il soggetto rispetta la filosofia e le convinzioni ad esso collegate ieri e oggi.
Giulio Gasparotti